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(Giulio) Marco Bordogni nasce il 24 gennaio 1789 a Gazzaniga, vicino a Bergamo (Italia). È un prodotto della scuola bergamasca, Giacomo David e Gaetano Crivelli. Bordogni debuttò alla Scala di Milano nel 1813 nel Tancredi di Gioacchino Rossini . Sarà sempre un attivo difensore di questo compositore. È apparso in molte delle opere di Rossini quando sono state presentate per la prima volta in diverse città e teatri.

Nel 1825 creò il ruolo del Conte di Libenskof ne Il viaggio a Reims di Rossini. Ha cantato per molti anni al Théâtre des Italiens di Parigi. Bordogni è presente anche nelle prime recite al Théâtre-Italien, nei ruoli di:

Ernesto ad Agnese di Fitz-Henry de Paër nel 1819,
Giasone in Medea in Corinto da Mayr nel 1823,
Claudio in Elisa e Claudio ossia L'amore Protetto la dall'amicizia di Mercadante (anche nel 1823),
Capellio nella Giulietta e Romeo di Vaccai nel 1827.
Divenne insegnante di canto al Conservatorio di Parigi nel 1820. Ha continuato a insegnare lì fino a poco prima della sua morte. Bordogni è l'autore di un metodo canoro. Compose anche molte vocalizzazioni usate dai cantanti per più di un secolo e ancora in uso nelle trascrizioni.

Fu l'insegnante che ebbe maggiore influenza sul tenore inglese Sims Reeves, che venne a seguire il suo insegnamento nel 1843. Tra gli altri suoi allievi vi furono Sophie Cruvelli, Giovanni Matteo Mario ed Hermine Küchenmeister-Rudersdorf. Hector Berlioz scrive che Bordogni è il miglior maestro di canto di questo periodo. Morì il 31 luglio 1856 a Parigi. Sua figlia Louise Angélina Bordogni sposò il compositore francese Jean-Baptiste Joseph Willent dit Joseph Willent-Bordogni (1809-1852). Cantò con successo a New York nel 1834.

Estratto (dall'articolo di Henri Berthould su La Presse, edizione del 04/06/1838):

“Suo padre è un giovane abate che l'amore aveva fatto rinunciare ai suoi ordini e che si era sposato, preferendo una vita oscura ai piedi del paese di Gazzanina, alla professione ecclesiastica. Questo matrimonio fece la felicità ma non la fortuna dell'ex seminarista e ci volle molto lavoro e molta fatica perché il povero padre di famiglia potesse provvedere alle spese della sua casa e all'educazione dei suoi figli .

Perciò sollevò poche obiezioni a Marco, uno dei suoi figli, quando questi venne ad offrirgli di lasciare la casa paterna e andarsene ad abitare come meglio poteva nel vicino comune di Bergamo, adducendo che poteva assecondarla liberamente secondo il suo gusto per la musica; un sapore che infastidiva singolarmente la madre malata e che spezzava, ogni giorno, le corde di uno sfortunato abete i cui suoni striduli e ramati irritavano stranamente i nervi.

Così Marco partì col detto abete, la benedizione del padre e una cassa di legno contenente quattro camicie, due paia di calze e un paio di calzoni: portò con sé il resto del suo guardaroba. Arrivare a Bergamo si trattava di trovare alloggio e lavoro.

L'alloggio viene scelto nella soffitta di un marmista che abitava alla fine del povero e deserto quartiere di Pozzo Bianco in città; quanto al lavoro, dopo tanti passaggi scoraggianti, il giovane trova finalmente la musica da copiare per un maestro di cappella.

Finirono tutti a Bergamo per interessarsi del piccolo copista, che aveva un viso molto interessante, e la cui condotta regolare lo raccomandava. Uno dei suoi protettori gli suggerì di cantare qualche volta nelle chiese, nei giorni di grandi feste, e si assolveva così bene la prima volta di un tantum ergo sacramentum che non c'era più solennità ecclesiastica senza che Marco non recitasse qualche mottetto. »

Estratto (dal dizionario universale dei contemporanei, di G. Vapereau, 1858):

“Debuttò nel 1813 al Teatro Regio di Milano, nel Tancredi di Rossini. Trascorse poi due stagioni al teatro Carcano della stessa città, girò diversi palcoscenici in Italia e giunse a Parigi nel 1819, impegnato al Théâtre-Italien. Ha ricoperto la carica di primo tenore per quattordici anni e ha lasciato solo per cantare per quasi un anno agli Italiani di Madrid (1825).

Dal 1820 il Sig. Marco Bordogni, il cui gusto e metodo era stato notato da Cherubini, fu scelto da quest'ultimo per dirigere una delle classi di canto del Conservatorio. Per evitare le interruzioni provocate al suo corso dalla sua attività teatrale, lasciò definitivamente la scena per l'insegnamento nel 1833.

I suoi successi corrispondevano all'eccellenza del suo metodo. Ottanta premi sono stati assegnati ai suoi allievi, ed è dalla sua classe che sono venute la signora Falcon, Sontag, Rossi, Garcia, ecc. Nel giugno del 1856, la fatica di una lunga carriera, e soprattutto la perdita di Victor Morpurgo, suo genero, lo decisero di ritirarsi. Poche settimane dopo, egli stesso morì a Parigi, il 31 luglio 1856.

Distinzioni: Legion d'Onore (10 maggio 1839).

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